Juventus Fans Forum


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  1. 28/12 22:14 perpirione: x delpiero 90 ciao del piero io sono nuova e mi chiamo paola amo la yuventus e spero che vinca ogni partita e odio il napoli.paola
  2. 6/3 12:50 85mary: :woot: :woot:
  3. 23/5 10:41 delpiero90: buongiorno :D
  4. 5/2 16:51 muni79: :D
  5. 6/1 1:53 manuelinho: ciao
  6. 8/9 21:04 alejuventino: Oggi entra a far parte dello staff come moderatore demon quaid che scriverà articoli per il blog
  7. 11/6 18:13 zebrone84: Juventus fans - Il forum dei veri juventini: http://juventusfans.forumcommunity.net/
  8. 11/6 18:12 zebrone84: Benvenuti nel blog ufficiale del forum Juventus fans!!!
  9. 2/3 15:15 Furia di Cheb: il 15 Gennaio 2010 nasceva il BLOG DI JUVENTUS FANS!

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view post Posted on 13/7/2010, 08:29 by: alejuventino       Reply Reply

Gli eroi in bianconero: Giorgio Stivanello



Nell’estate del 1956, la Juventus preleva dal Padova un’ala sinistra veloce e puntigliosa. Ha la pelle talmente scura che, se indossa un caffettano, lo si scambia per un tunisino che porta a spasso un branco di dromedari. Anche i capelli sono neri e perfino gli occhi, che fissano come setter smaniosi. Il suo nome è Giorgio Stivanello, “Stiva” per tutti. Nasce a Venezia il 13 luglio 1932. È un tipo gioviale, sorride spesso ed è dotato di una dialettica spigliata, simpatica; le parole gli scivolano sulla lingua che sembra impanata con sapone.
La Juventus si sta ristrutturando dopo la grigia epoca dei “Puppanti”; Garzena, Colombo, Emoli, Stacchini, Leoncini, Mattrel e Vavassori devono crescere ancora un po’, mentre Nay, Oppezzo e Viola sono vicini alla pensione. Reggono alla grande Boniperti e Corradi, germogliano i virgulti ed i nuovi acquisti portano nomi celebri: Charles, Sivori e Nicolé. Il lavoro del dottor Umberto è eccellente; il gruppo si raduna attorno a Brocic, jugoslavo con capelli bianchi ed intelligenza viva.
Il tecnico ha intuizioni rapide; quando vede Stivanello correre sul lungo linea e crossare con dosaggio euclideo, stabilisce che lo schema bianconero deve avere uno sbocco: la testa di “Long John”, che sbatterà la palla in rete oppure la smisterà sul sinistro luciferino di Omar. I palloni sono recuperati dalle retrovie e subito trasferiti al veneziano, il quale non ha indugi, corre sfiorando il lungo linea e da fondo campo fa suonare il mancino. La palla diventa un coriandolo che si deposita nel luogo richiesto da Brocic.
“Stiva” è amico soprattutto di Omar Sivori, li unisce un legame spontaneo e sincero. Dividono serate in famiglia, passate al tavolo a giocare a poker e ramino insieme a Charles ed Emoli. Insieme danno vita a duetti interessanti sul campo, poiché Giorgio non avrà un piede sudamericano, ma la tecnica è tanto scarna quanto solida; difende molto bene il pallone ed anche il tiro è di buona efficacia.
Quando saluta gli splendori di piazza San Carlo, la sede all’epoca è ubicata sopra il bar Torino, decide di avvicinarsi a Venezia e firma per il Lanerossi Vicenza. Dopo aver lucidato per l’ultima volta le scarpe si getta a capofitto sul lavoro.
Le cifre: 93 presenze e 21 goals nei sei anni di permanenza in bianconero; dalla sua anche due scudetti ed una Coppa Italia.

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Comments: 0 | Views: 12Last Post by: alejuventino (13/7/2010, 08:29)
 

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view post Posted on 6/7/2010, 10:17 by: alejuventino       Reply Reply

Gli eroi in bianconero: Giancarlo Marocchi



Giancarlo Marocchi, da Imola, classe 1965 è un centrocampista di talento sbocciato, giovanissimo, nel Bologna di Maifredi. «Maifredi è un tipo particolare, con il quale ho ottenuto successi strepitosi a Bologna. A Torino, non è stato così abile da ripetere le stesse imprese. Difficile stabilirne i motivi, lui non ha saputo reagire, noi non abbiamo saputo aiutarlo».
Venne acquistato dal Bologna all’età di quindici anni, per due milioni di vecchie lire; fece la normale trafila, fino al fugace esordio in serie B, seguito dalla retrocessione in serie C. Ha vissuto il crollo dei rossoblu, ma anche la rinascita, partecipando a quest’ultima da protagonista. Purtroppo, non riuscì mai a scrollarsi di dosso l’immagine del “Cicciobello”, cioè del bambolotto. «Fu Cadè ad affibbiarmi quel soprannome; un giorno, cerca di scuotermi, mandandomi in panchina ed io non ne feci un dramma; sono sicuro che si attendeva una reazione completamente diversa da parte mia».
A ventitre anni veste la maglia bianconera e, nonostante la giovane età, colpisce per essere un veterano del centrocampo. «Con Zoff mi sono trovato subito a meraviglia; ci ha messo tranquillità e ci ha trasmesso la consapevolezza di essere forti, con il suo grande carisma».
Caparbio e geometrico, ma anche capace di cambi di ritmo notevoli, è centrocampista duttile bravo sia a coprire che a costruire. La sua seconda stagione bianconera, campionato 1989-90 è addirittura straordinaria: viene naturale paragonarlo a Tardelli, per la sua grande capacità di giocare e segnare per una Juventus che, grazie anche alla sua continuità, vince sia la Coppa Italia, sia la Coppa Uefa. «Sono arrivato in punta di piedi e con non poche preoccupazioni. Venivo dal Bologna, non avevo esperienze solide di seria A. Ricordo benissimo il mio arrivo in sede per firmare il contratto: c’era mia moglie con me, eravamo tutti e due molto preoccupati. Qui, dicevamo fra di noi, chissà come andrà a finire; poi, a conti fatti, si è dimostrata la scelta migliore della mia vita calcistica, Mi sono trovato benissimo con i compagni, molti dei quali erano nuovi, come me. E mi sono ambientato subito a Torino, cosa che ritenevo tutt’altro che scontata. La società? Dico solo che si è dimostrata all’altezza della sua fama».
Grazie a queste grandi prestazioni, riesce a conquistare la maglia azzurra proprio alla vigilia di Italia ‘90. Non avrà molto spazio nel “Mundial”, ma si riprenderà dalla delusione diventando una colonna della Juventus.
Il “Trap” lo schiera terzino sinistro e Marocchi è ancora trascinatore nella conquista di un’altra Coppa Uefa nel 1993 e poi, nella piena maturità, da un contributo importante anche nella conquista del suo primo scudetto, che è poi anche il primo dell’era Lippi, nella stagione 1994-95. A completare un albo d’oro eccez...

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Comments: 0 | Views: 21Last Post by: alejuventino (6/7/2010, 10:17)
 

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view post Posted on 30/6/2010, 19:54 by: alejuventino       Reply Reply

Gli eroi bianconeri:Giampaolo Menichelli



Giampaolo Menichelli da Roma, arriva nell’estate del 1963 e desta molto scalpore la notizia tra i tifosi della “Vecchia Signora”. “Menico” ha venticinque anni, è l’ala sinistra titolare della Nazionale, con alle spalle un Campionato del Mondo, in Cile nel 1962, e tante partite in giallorosso. Si tratta, insomma, di uno dei pezzi più pregiati del mercato estivo ed, il fatto che sia riuscita la società bianconera ad accaparrarselo, è indiscutibilmente fonte di soddisfazione.
Menichelli trova una Juventus profondamente cambiata, con arrivi, di cui alcuni importanti e partenze, con un allenatore, Pablo Amaral, destinato presto a far le valige; tipo invero strambo, come strambo appare ai più il metodo “brasilero” del 4-2-4 che intende far applicare a Sivori e Co. Si intuisce che Menichelli farà qualcosa di importante per la Juventus, ma l’ambientamento non è dei più facili. Il precampionato ammonisce i tifosi troppo ottimisti; la squadra, che pure tiene fior di campioni ed, a tratti, gioca a massimi livelli tecnici, non è ancora pronta per diventare protagonista e per assaltare la fresca supremazia dell’Inter del “Mago” Herrera. Il 1963-64 si apre con la spavalda affermazione casalinga sulla Spal dell’ex Cervato, 3 a 1; c’è folla sulle gradinate, anche se manca tra i bianconeri il nuovo campione, Menichelli, appunto, e gioca l’antico ed atipico Stacchini, il dribbling sghembo ed il guizzo sempre pronto. E Menichelli, sempre bloccato per infortunio, diserta anche Modena, seconda giornata, primo clamoroso tonfo contro i “Canarini” di Brighenti.
La Juventus procede a balzi, non c’è regolarità nei risultati come non è per nulla stabile l’umore di Sivori capitano. La terza giornata, è un mercoledì di primo autunno con sole e caldo estivo, improvvisamente la squadra si ritrova, e rifila quattro reti al Bari; Menichelli non c’è nemmeno stavolta. Esordisce la domenica dopo, a Genova e l’esordio coincide con una Juventus finalmente vincente e pimpante; il vecchio marpione Vincenzi deve fare i conti con un Menichelli non proprio imprendibile, ma già molto avanti con il recupero.
Improvvisamente, Amaral viene esonerato ed arriva Monzeglio, gentiluomo di altri tempi, di garbo tardo ottocentesco e di austero portamento. Anche la Juventus che ne deriva è squadra d’altri tempi, nel senso che spesso si distrae dalle ferree leggi del risultato ad ogni costo e paga con moneta sonante queste pause. Bergamo, 23 ottobre; Atalanta che sembra il Real Madrid ed infila tre volte Anzolin, Menichelli annaspa, Sivori è squalificato ed assiste al tracollo dalla tribuna. Il seguito del torneo avrà anche momenti di gloria, come quello del 22 dicembre, Juventus batte Inter 4 a 1, con Menichelli che segna un grande goal; ma sarà chiaramente anno di transizione. “Menico” chiude con 20 presenze e ...

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Comments: 0 | Views: 26Last Post by: alejuventino (30/6/2010, 19:54)
 

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view post Posted on 30/6/2010, 17:46 by: alejuventino       Reply Reply

Gli eroi bianconeri:Giuseppe Vavassori



IL RICORDO DI ALBERTO FASANO, SU “HURRÀ JUVENTUS” DEL GENNAIO 1984:

La notizia della scomparsa di “Beppe” Vavassori è stata di quelle che raggelano il sangue. Non ci si aspetta mai che un uomo nel pieno degli anni, un ex calciatore, un ragazzo allegro e spiritoso, venga inesorabilmente stroncato da uno di quei mali che la scienza medica ancora oggi impotente, definisce incurabili. Invece, anche il caro “Vava” ci è stato improvvisamente strappato in questo modo crudele.
Ricordo che agli inizi degli anni Cinquanta, un pomeriggio di primavera, ero stato a Rivoli in compagnia dell’amico Bené Gola, dirigente accompagnatore della Juventus per tanti lustri, un uomo che capiva di calcio come pochi altri e che ebbe, tra gli altri, anche il merito di aver selezionato, preparato e guidato alla vittoria la Nazionale universitaria che prese parte ai Mondiali negli anni 1928 (Parigi), 1930 (Darmstadt), 1933 (Torino); un vero trionfo, ripeto, in tutte e tre le edizioni.
«Andiamo a vedere un ragazzino che gioca all’oratorio dei Salesiani», mi aveva detto l’ingegner Gola, «e che è ugualmente bravo tra i pali della porta e quando gioca all’attacco. In entrambe le situazioni sfrutta il suo scatto portentoso ed altre già ben definite doti fisiche. Credo che possa interessare alla Juventus».
In effetti Vavassori destò ottima impressione e venne quasi subito tesserato per la Juventus, entrando a far parte di una delle più valide formazioni del settore giovanile bianconero, una squadra della quale facevano parte anche Garzena, Emoli, Colombo (tutti finiti in Nazionale), Aggradi, Barberi, Tuberosa, Mazzucchi, Camoletto, Rasetti e Del Grosso. Erano gli anni in cui stava prendendo vera consistenza la figura dell’apprendista calciatore. Al giovane, con le nuove esigenze del gioco moderno, occorreva, oltre la preparazione tecnica, anche una adeguata formazione atletica. Il sistema organizzato dell’allevamento doveva fronteggiare e risolvere problemi sempre maggiori. Per raggiungere la piena dedizione al gioco s’imponevano alle società, nei riguardi del calciatore in erba, anche impegni di carattere educativo.
La Juventus, di fronte a tali impellenti necessità formative, aveva iniziato a battere nuove vie, costituendo una “Sezione giovanile” destinata a conseguire, in breve tempo, risultati di assoluto rilievo. Oltre ai già citati Vavassori, Garzena, Emoli, Colombo, occorre ricordare anche altri campioni usciti dal settore giovanile bianconero, come il portiere Giovanni Viola, l’altro portiere “Carletto” Mattrel (anche lui prematuramente scomparso), il terzino Robotti, l’estroso attaccante Stacchini, Furino, Bettega, Marocchino e tanti altri. Con il dirigente Sandro Cocito ed i tecnici Locatelli e Bertolini, la Juve si pose all’avanguardia in questo specifico settore, continuand...

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view post Posted on 22/1/2010, 20:09 by: Furia di Cheb       Reply Reply
Zinedine Zidane, Pallone d'Oro nel 1998 nonchè vincitore con la Juventus di ben sei trofei, due scudetti (1997 e 1998), una Supercoppa italiana (1997), una Supercoppa Europea (1996), una Coppa Intercontinentale (1996) ed un Intertoto (1999), ha espresso oggi il proprio parere, dalle pagine della Gazzetta dello Sport, a proposito dei primi difficili mesi di Diego alla Juventus. "Anch'io i primi tre mesi trovai difficoltà. Per fortuna con me c'era un certo Lippi che mi diede sempre fiducia e protezione." queste le parole del campione transalpino "Con uno straniero nuovo ci vuole tempo e pazienza. Anche Diego va protetto, ma il suo valore non si discute: è davvero bravo".

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view post Posted on 19/1/2010, 21:03 by: Furia di Cheb       Reply Reply

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"Non ho alcuna intenzione di rivedere la decisione che ho preso nell'ultima primavera". Così Pavel Nedved, Pallone d'Oro 2003, smentisce sulle colonne di France Football l'ipotesi di tornare in campo all'età di 37 anni.
Nei giorni scorsi, infatti, la stampa francese, aveva ventilato la possibilità che l'ex centrocampista della Juventus potesse raggiungere il suo connazionale Jan Koller al Cannes. Niente di più falso. ''Ho scoperto questa storia leggendo i giornali. Con il calcio ho chiuso!'', ha puntualizzato fermamente Nedved.

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